Oggi sono andata alla Libreria Musetti in centro a Pisa (Via Cavour Camillo Benso 25), l’unico che tiene – e vende tutt’oggi – le pochissime opere ancora esistenti di Viviano Viviani, celebre artista e incisore pisano scomparso nel 2007.
Quando sono entrata dal Musetti ero molto indecisa su quale incisione di Viviani comprare: Lungarni pisani, Boccadarno, Chiesa della Spina? Questi i luoghi preferiti della mia Pisa.
Poi ho visto questa incisione di Piazza della Berlina, la stessa che negli anni ho ammirato appesa in corridoio a casa dei miei genitori. Sole 90 copie e quella favolosa finta prospettiva della Torre dell’Orologio che da Piazza della Berlina in realtà non si vede!
Tu chiamalo se vuoi il destino.
La mia incisione di Viviano Viviani non poteva che essere questa.
Ringrazio i miei genitori per questo regalo davvero molto speciale che desideravo da anni, ora da appendere a casa mia.
Viviano Viviani nasce a Pisa il 3 febbraio 1923 e muore nella sua città il 10 maggio 2007. Con una felice espressione il Servolini definisce l’incisore “un Maestro di altri tempi, intento alla ripresa di un discorso grafico denso di valori”.
Si può senz’altro adattare, tale asserzione, alla figura e all’impegno morale e civile di questo splendido artista, autentico pisano, che ha voluto fare della rivalutazione dei centri storici e degli aspetti minori delle città il fine precipuo della sua corposa opera incisoria. Lo scempio dell’edilizia moderna ed una certa incuria inducono il Viviani a meditare lungamente sulla validità e sull’odierna funzione di questi. In verità, nella recente problematica urbanistica, c’è il tentativo serio e convinto del loro recupero sociale ed artistico, anche in virtù di un fattore sociologico di fondamentale importanza: la constatazione più o meno conscia che la “Città Nuova” ha fallito, poiché la sua espansione non si è mai elevata oltre lo squallido livello di periferia. L’artista quindi sente molto il problema, e mira volutamente alla scelta di quegli aspetti minori per i quali l’osservatore non ha soltanto il piacere di provare nuove sensazioni e percezioni, ma soprattutto ha la possibilità di constatare ancora una volta l’agire operoso e infaticabile del Maestro, quasi a ricordare che i tempi e gli avvenimenti non sono riusciti a distruggere quanto di spirituale esiste sempre nell’uomo.
Come il contorno puro di un fregio di vaso greco, come le sinopie dei frescanti sui muri del ‘300, l’incisione del Viviani è disegno libero da facili effetti superficiali, marcato in un elemento che gli resiste e con il quale finisce per stabilire un dialogo amico. Si affina lungo i tratti di una facciata o di un campanile che affiorano con l’essenziale geometria del segno da cui traspare evidente una precisa esperienza e conoscenza del bulino, che unendosi alla caratteristica bicromia biancoseppia, esce dirompente in finissime venature di eccellente fattura di rara intensità.
(Testo dall’introduzione della mostra del 2014 al Museo della Grafica a Pisa).