Visita alla Grotta del Vento

Qualche settimana fa, mentre pensavo a cosa fare per un weekend all’insegna di una gita fuori porta da Pisa, ho pensato: “Perché non andare alla Grotta del Vento?“.

La visita all’interno della famosa Grotta del Vento, al centro del Parco Naturale delle Alpi Apuane in provincia di Lucca (Toscana), è una bellissima esperienza alla scoperta del mondo sotterraneo.


Ciao, sono Francesca. Pisana, classe 1983, Travel Blogger dal 2009. Ho visitato il mondo in lungo e in largo ma credo che nessun posto sia bello come la mia Toscana. In questo blog parlo di viaggi da oltre 15 anni, con un occhio di riguardo per la mia meravigliosa regione. Buona lettura!


grotta del vento

Visita alla Grotta del Vento in Garfagnana

La Grotta del Vento si trova al centro del Parco Naturale delle Alpi Apuane in Garfagnana, più precisamente a Vergemoli, un paese in provincia di Lucca.

La visita consente di effettuare 3 percorsi differenti:

  • 1° itinerario (circa un’ora): ha un andamento pianeggiante e consente di ammirare splendide concrezioni calcaree. Il costo varia dai 5 euro (ridotto) ai 7,50 euro (intero).
  • 2° itinerario (circa due ore): comprende il 1° itinerario e offre il fascino di vasti ambienti percorsi dal fiume sotterraneo Acheronte. Il costo varia dagli 8,50 euro (ridotto) ai 12 euro (intero).
  • 3° itinerario (circa tre ore, visita completa): consente la visita completa della grotta, compresi alcuni tratti verticali. Il costo varia dagli 11,50 euro (ridotto) ai 17 euro (intero).

Valutando i tre itinerari proposti abbiamo deciso di fare la visita da 2 ore, quindi il 2° itinerario.

L’ingresso della Grotta del Vento è costituito da un imbocco situato ai piedi della montagna. A poche decine di metri dall’ingresso vi è una porta blindata che viene aperta per far accedere i visitatori all’interno della grotta e successivamente richiusa.

Appena la nostra guida ha aperto la porta ho capito il perché del nome “Grotta del Vento”. La galleria nella quale ci stavamo addentrando, infatti, è pervasa da una forte corrente d’aria. Tale corrente, che viene bloccata dalla chiusura della porta durante le visite turistiche, percorre l’intera grotta dal suo imbocco inferiore (dal quale siamo entrati) fino a quello superiore, che si trova ad oltre 1400 metri d’altezza.

La temperatura interna alla grotta è di circa +10,7°. Durante tutto l’anno le correnti d’aria sono manifeste all’interno della grotta: la loro velocità, però, varia a seconda della differenza che intercorre tra la temperatura esterna e quella interna.

  • in estate, la temperatura interna, più bassa di quella esterna (e dunque più pesante), provoca un forte vento uscente dall’imbocco inferiore, quello che abbiamo sentito noi.
  • durante l’inverno, invece, l’aria interna (più calda di quella esterna e quindi più leggera) sale e provoca all’imbocco inferiore un vento entrante.

Non appena entrati nella Grotta del Vento ci siamo ritrovati in un luogo antichissimo e stupendo. Costituita da rocce calcaree formatesi milioni di anni fa, la grotta raccoglie l’acqua piovana filtrata dalla montagna fino a creare torrenti e fiumi sotterranei. Nel corso di milioni di anni questi corsi d’acqua hanno ampliato le fessure della grotta costruendo una fitta rete di gallerie e sale interne. Si ritiene che il fiume che scorre all’interno della Grotta del Vento sia l’Acheronte, ovvero un piccolo fiume sotterraneo.

La grotta venne scoperta nel 1929 quando un gruppo di speleologi si addentrarono in un piccolo imbocco creatosi ai piedi della montagna. Gli speleo riuscirono ad avanzare per soli 70 metri e poi si dovettero fermare a causa di un sifone colmo d’acqua. Nel 1961 un altro gruppo di speleologi entrò nuovamente nella galleria ai piedi della montagna e riuscì a percorrerla per circa 600 metri: il sifone infatti non conteneva più acqua. Nel 1964 il Gruppo Speleologico Lucchese effettuò la spedizione decisiva che consentì di scoprire che la piccola galleria scoperta nel 1929, in realtà, era una vera e propria grotta sotterranea. Ad oggi la Grotta del Vento è lunga circa 4 Km anche se esistono almeno altre 30 diramazioni inesplorate a causa di sifoni o di zone inaccessibili agli speleologi.

Nel 1965 iniziarono i lavori per aprire al pubblico la galleria denominata “Grotta del Vento”. Nel 1967 venne inaugurato il 1° itinerario, nel 1970 il secondo e solo nel 1982 il terzo.

Nella prima parte visitabile della Grotta del Vento, percorrendo il 1° itinerario, si attraversa una sala nella quale sono state rinvenute numerose ossa di Orso delle Caverne durante i lavori di allestimento dei sentieri.

Nelle seguenti Sala del ciondolo e Sala dei cristalli si possono ammirare delle bellissime concrezioni di carbonato di calcio, ovvero calcare allo stato puro. Sono presenti stalattiti (concrezioni che pendono dalla grotta in seguito a depositi di minerali trasportati dalle acque piovane attraverso la montagna), stalagmiti (concrezioni calcaree che dal basso risalgono verso l’alto) e drappeggi, ovvero concrezioni dalla forma particolare formatesi a causa della forma obliqua del soffitto della grotta.

Nella Grotta del Vento esiste anche un esempio particolare di incontro tra una stalattite e una stalagmite, ovvero una colonna, in questo caso somigliante ad uno zoccolo di cavallo.

La caratteristica principale della calcite è la sua lucentezza: le concrezioni calcaree appaiono particolarmente lucenti proprio grazie alla loro composizione. Se toccate o danneggiate queste ultime muoiono. Pertanto è severamente vietato toccare gli interni della grotta per evitare che il suo patrimonio vada perduto.

Accedendo alla Sala dei monumenti si assiste ad un enorme patrimonio naturale danneggiato. Prima della spedizione del 1961, infatti, un gruppo di abitanti di Vergemoli entrò nella grotta e, vedendo queste rocce lucenti, pensò di aver trovato un tesoro inestimabile. Così, essi ruppero stalattiti e stalagmiti e le portarono alle proprie case, non pensando all’ingente danno causato né tanto meno al fatto che quelle pietre tanto belle, una volta tolte al loro ambiente naturale, perdono la loro lucentezza e diventano opache e ruvide.

Il 1° itinerario si conclude raggiungendo la cosiddetta Sala dei 30 metri, ovvero un pozzo fossile di 42 metri le cui pareti sono rivestite da concrezioni calcaree, oltre la quale si giunge sull’orlo del Baratro dei Giganti.

Il 2° itinerario si apre con la ripida scalinata verso il valico percorrendo il Baratro dei Giganti ovvero una discesa di 80 metri della pendenza di 70°. Anche se camminavamo uno accanto all’altro in fila indiana percorrendo una scala resistente un po’ di paura l’avevo. Sembrava di camminare nel vuoto.

L’ambiente circostante, in questo secondo itinerario, è ben diverso da quello precedente. Non vi sono più concrezioni calcaree lucenti ma rocce opache e ruvide. L’acqua piovana, infatti, non giunge fino a quella profondità.

La discesa vertiginosa si conclude nella Sala delle Voci, un ampio spazio in cui la nostra guida ci ha fatto prendere parte ad un fenomeno molto suggestivo spegnendo tutte le luci all’interno della galleria. Il buio era totale e il solo rumore che riuscivamo a sentire era quello delle piccole gocce d’acqua che cadevano sulla superficie della grotta. Un effetto acustico unico.

Oltre questa sala la galleria si abbassa fino ad arrivare ad un’altezza di 1,30 metri: siamo stati costretti a camminare accucciati per pochi metri per evitare di battere la testa. Quando abbiamo rialzato le nostre teste ci siamo trovati nuovamente in una sala molto ampia, la Galleria delle Valli oltre la quale vi è una diramazione:

  • proseguendo verso il basso si entra nel “Salone dell’Acheronte” nel quale convergono i tre affluenti del fiume Acheronte. Questa parte della grotta è caratterizzata dalla presenza di limo, ovvero una sorta di fango molto fine presente sul pavimento e sulle pareti;
  • proseguendo verso l’alto, invece, si percorre il sentiero del ritorno entrando nella “Sala del Cupolone”, il punto più basso della Grotta del Vento. In questo spazio, infatti, gli speleologi hanno trovato un grande sifone che non riescono ad oltrepassare per portare avanti gli scavi. L’unica alternativa è quella di aprire un varco laterale, ma i lavori richiederanno anni.

Da questo punto si percorre nuovamente la Gallerie delle Valli e, dopo circa due ore di escursione sotterranea, si torna all’ingresso della Grotta del Vento.

All’uscita della grotta, nella sede della biglietteria, è in funzione un bar e un negozio in cui è allestita una vasta gamma di fossili e minerali provenienti da ogni parte del mondo nonché un grande assortimento di pietre e bigiotteria varia. Io mi sono comprata una collanina di lapislazzuli e malachite.

Per chi, come noi, terminasse la visita della grotta a ora di pranzo, in fondo al piazzale riservato ai visitatori vi è un ristorante. La cucina è ottima e i prezzi sono molto ragionevoli.

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
Francesca Turchi è una travel blogger dal 2009 e da oltre 15 anni si occupa di comunicazione e creazione di contenuti per il web. Francesca è la fondatrice e la proprietaria di travelstales.it, uno dei blog di viaggi più seguiti in Italia. Francesca è una viaggiatrice esperta che ama saltare da una capitale europea all’altra, ha un debole per gli Stati Uniti e da quando ha visitato il Giappone si è follemente innamorata dell’Oriente. Sebbene abbia visitato il mondo in lungo e in largo, crede che nessun posto al mondo sia bello come la sua Toscana. Francesca ad oggi ha visitato 29 Stati in tutto il mondo.

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