Lo scorso weekend ho avuto l’immenso piacere di vivere un’esperienza nuova, emozionante e molto formativa grazie al blog tour Wild Blogger organizzato presso il Parco Archeologico Sperimentale Gli Albori a Grosseto, in Maremma Toscana.
In due giorni ho imparato moltissime cose sulla sopravvivenza.
Sono stata a contatto con la natura, a partire dalla prima notte in cui ho dormito in una capanna preistorica all’interno del villaggio costruito nel parco, dove si trovano 4 abitazioni risalenti a diverse età preistoriche, per concludere con una giornata wild al termine della quale ho dormito in un bosco con bivacco all’aperto sotto le stelle.
Qui ho scoperto come si fa ad accendere un fuoco e quali piante, pietre e legni è necessario utilizzare, come si fa a preparare una canna da pesca disponendo solo di un amo e una lenza e quali nodi sono i più adatti (io ora so fare il nodo “a otto“, detto anche Savoia).
E ancora come sopravvivere nel bosco, come accamparsi e come preparare da mangiare attorno alla brace. Piccoli gesti, piccole accortezze che possono sembrare banali ma che se ignorate diventano delle vere rivelazioni.
Ad esempio, sapevate che per accendere il fuoco con l’arco servono un coltellino svizzero, un arco e una corda prima di tutto, un bastoncino di corniolo (lungo circa 30 cm e il più possibile dritto), un legno di sambuco, pioppo o edera (legni dalla fibra morbida) da utilizzare come base e una pietra di arenaria da smussare con un sasso diaspro (lo si riconosce dal suo colore violaceo)? Io ho assistito a vari tentativi di accensione, utilizzando i materiali trovati in loco, e vi assicuro che accendere il fuoco non è affatto semplice. Altro che Bear Grylls che in qualsiasi circostanza col suo fire-stick riesce ad accendere il fuoco.
E ancora: voi sapreste come preparare da mangiare sulla brace? Noi ci eravamo portati dietro delle uova, delle salsicce e del pane. Ma come cuocerle? Ho scoperto che per fare degli spiedini non bisogna raccogliere da terra dei legni secchi: brucerebbero. Bisogna recuperare un ramo verde, fresco, lungo circa 1 metro e mezzo e abbastanza dritto. Una volta fatta la punta con un coltellino e possibile infilzare le salsicce, il pesce appena pescato e perfino le uova, che diventeranno sode. Idea geniale, che mi ha assolutamente affascinata (non ci avevo mai pensato), è quella di usare le uova per fare una frittata in mezzo al bosco! Basta sbatterle e versarle su una pietra piatta posta attorno alla brace! Buonissima da mangiare sul pane, con la salsiccia.
Per tutto questo devo ringraziare Riccardo de Gli Albori che con la sua simpatia, la sua passione ed esperienza sul campo mi ha regalato davvero molto. Oltre alle attività di sopravvivenza plein air, lo scorso weekend ho seguito dei mini corsi durante i quali ho imparato a tirare con l’arco, a lavorare la ceramica e l’argilla e ho provato nuovamente l’emozione di attraversare un ponte tibetano all’altezza di 8 metri da terra.
Informazioni su Gli Albori a Grosseto
Gli Albori è un Parco Archeologico Sperimentale che offre, oltre all’Agriturismo Santa Caterina nel quale è possibile alloggiare e degustare la cucina tipica locale, una gamma completa di laboratori e attività per famiglie con bambini, scuole e non solo per far scoprire com’era la vita all’alba della Civiltà, imparare nozioni importanti sulla sopravvivenza e seguire differenti tipologie di corsi, da quelli sull’arte della falconeria a quelli su come accendere un fuoco, come fare un arco, come sopravvivere nei boschi, come lavorare l’argilla, etc.
È possibile prenotare un weekend all’avventura organizzato da Gli Albori, dal venerdì mattina alla domenica pomeriggio, per gruppi dalle 4 alle 10 persone ad un costo che varia dai 250 ai 300 euro a persona, con corsi e attività personalizzate, pernottamenti e pasti inclusi.
Per maggiori informazioni vi consiglio di contattare Riccardo al seguente indirizzo mail: [email protected].
Gli Albori si trova in Località Granaione a Campagnatico, raggiungibile in circa 20 minuti d’auto dal centro di Grosseto.
Infine ecco un’ultima considerazione che voglio assolutamente fare. Questa esperienza mi ha fatto stare bene: ho trascorso un intero weekend assieme a persone che non conoscevo o che conosco poco e il risultato è stata un’unione forte, una sintonia quasi magnetica.
Eravamo un gruppo.
Per questo voglio ringraziare tutti i miei compagni di avventura, ovvero gli altri Wild Blogger che hanno partecipato con me al blog tour al parco Gli Albori:
- Marco & Felicity di Non solo Turisti e Thinking Nomads
- Leonardo e Veronica di Life in Travel
- Valentina di Viaggiare Libera
- Daniele Pipitone di Un sardo in giro
- Simone Massi di Archeologia 2.0
- Valentina di TooMuchTuscany
Grazie ragazzi, grazie a Mattia Marasco per avermi invitata e un grazie speciale a tutta la famiglia de Gli Albori. Tornerò senz’altro con amici al seguito a trovarvi per un altro weekend avventuroso.
Ma che figataaaaa!! appena mi trovo davanti a un fuoco lo faccio… per l’escursione wild io ci starei, ma mi sa che gli aracnofobici avrebbero qualche problema! 🙂
Dai, organizziamo! Io comunque di insetti e bestie varie nel bosco non ne è ho viste. Semmai ci muniamo di spruzzini vari :DDD
Aspettavo con ansia questo post.. ho visto foto varie e mi chiedevo dove fossi!! sei riuscita a dormire in capanna finalmente.. immagino una bellissima esperienza! del tiro con l’arco poi mi sono innamorata.. dalla foto sembra proprio lo stesso che ho fatto io, quello senza mirino, giusto??
Ho solo un piccolo dubbio… mi spieghi come fare l’uovo sodo sulla brace? come fai a infilzarlo??
Si Marzia è stata davvero un’esperienza stupenda. Dormire in capanna e nel bosco all’aperto è stata un’emozione unica, scomoda (senza cuscino e a dormire sul duro) ma bellissima. Ho rimpianto di non aver fatto gli scout da bambina guarda!
Per il lato food survivor, mi aspettavo che qualcuno mi avrebbe chiesto come fare a infilzare l’uovo. Anche quella una grande scoperta. 😀
I passaggi sono semplici, basta solo un po’ di attenzione. Si prende l’uovo e con la punta di un coltellino svizzero si fa un piccolo foro (grande abbastanza però affinché vi possa entrare la punta dello spiedino di legno/ramo), poi si capovolge l’uovo e si fa un altro foro dal capo opposto. Pian piano si fa passare lo spiedino tra i due fori e si mette sulla brace. All’inizio si vedrà fuoriuscire una parte di albume ma poi, anche con l’inclinazione orizzontale dello spiedino (che si può lasciare lì appoggiato senza starlo a girare – come invece va fatto per le salsicce) la fuoriuscita termina e l’uovo diventa sodo. Per una giusta cottura servono circa 15-20 minuti.
Se provi poi fammi sapere! Anzi, guardiamo semmai di organizzare una bella escursione wild tutti insieme. Sai che risate! 😀